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Performer – Chris Martin, Guy Berryman, Jonny Buckland*, Phil Harvey, Will Champion.Other – Gkpm, Rik Simpson, Robyn Fenty, Tim Wheeler.Mixed By – Daniel Green*, Mark 'Spike' Stent*, Michael Brauer*, Rik Simpson.Coldplay - People Of The Pride (Official Video), su YouTube, 15 marzo 2022.URL consultato il 15 marzo 2022.Ĭollegamenti esterni ^ ( EN) Larisha Paul, Coldplay Reveal Revolution Bubbling Under the Surface in 'People of the Pride' Video, su Rolling Stone, 15 marzo 2022.^ ( EN) Note di copertina di Music of the Spheres, Coldplay, Parlophone, CD, 15 ottobre 2021.^ ( EN) Alexis Petridis, Coldplay: Music of the Spheres review – slipping status prompts a desperate pop pivot, su The Guardian, 14 ottobre 2021.^ a b c ( EN) Thomas Smith, Coldplay: 'This is our period of having no fear', su NME, 15 ottobre 2021.Yeung, Music of the Spheres, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'8 marzo 2022 (archiviato dall' url originale l'8 marzo 2022). ^ ( EN) Future Releases, su AllAccess.

^ a b ( EN) Mikael Wood, Review: Coldplay successfully turns to Max Martin for hits, but there’s no helping these lyrics, su Los Angeles Times, 18 ottobre 2021.Bill Rahko – produzione, ingegneria del suono.

Derek Dixie – ottoni e tastiera (e relativi arrangiamenti), programmazione.

Oscar Holter – programmazione, tastiera.

Will Champion – batteria, cori, programmazione.

Guy Berryman – basso, tastiera, percussioni.

Chris Martin – voce, tastiera, chitarra.

Il video, diretto da Paul Dugdale, alterna riprese in bianco e nero tratte da un'esibizione dal vivo del gruppo tenutasi alla Climate Pledge Arena di Seattle a un cartone animato distopico che ricorda da vicino le opere di George Orwell, ambientato in una città governata da un dittatore robot. La critica l'ha invece descritto come il brano più influenzato dallo stile compositivo del produttore Max Martin, coautore del brano insieme ai Coldplay, Bill Rahko e Derek Dixie. Ĭaratterizzata fin dal riff iniziale da sonorità ispirate a gruppi come Depeche Mode e Muse, il frontman Chris Martin l'ha definita come «la nostra cover dei Rammstein anche se tecnicamente non lo è». Il brano nasce come demo durante le registrazioni di Viva la vida or Death and All His Friends sotto il titolo iniziale di The Man Who Swears, venendo ripreso oltre dieci anni più tardi dal gruppo ispirandosi a movimenti come Black Lives Matter e le parate del Pride.

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